In collaborazione con Save the Children, la seconda giornata di festival si apre con un’analisi della condizione dell’infanzia in Calabria e un focus su bambine e ragazze.
All’incontro, moderato da Angela Iantosca, hanno partecipato Diletta Pistono, Carla Sorgiovanni e due esempi positivi calabresi, Maria Elena Saporito e Nhaila.
Da quanto emerge dall’ XI Atlante dell’infanzia a rischio, in Calabria un bambino su cinque abbandona la scuola e ben il 64% dei più “piccoli”, in un anno, non legge libri che non siano scolastici. Si tratta di dati che segnalano la grave mancanza di opportunità formative e la possibilità di coltivare talenti.
Alla povertà educativa si aggiungono spesso gli stereotipi di genere che limitano gli orizzonti di scelte per bambine e giovani donne, creando disparità soprattutto da adulti. I modelli che certi retaggi culturali ci impongono costituiscono una trappola che può trasformarsi in violenza.
La pandemia di Covid-19 poi, ha esasperato le disuguaglianze mettendo in luce, per le bambine, un futuro già a rischio.
“La fotografia che ne viene fuori – dice Diletta Pistono – è che in Calabria, le ragazze capiscono presto che studiare è la strada migliore per tutelarsi, si registra una minore dispersione scolastica e propensione all’apprendimento. Ma anche le giovani che conseguono la laurea stanno pagando cara la crisi”.
“Fin dall’infanzia – aggiunge Carla Sorgiovanni – le bambine scontano un gap con i coetanei maschi e, durante il loro percorso scolastico, accumulano lacune nelle materie scientifiche. Il divario di competenze si manifesta a 15 anni. Si crede che per le ragazze sia naturale proseguire con gli studi umanistici mentre i ragazzi abbiano una propensione per le materie scientifiche. E’ uno stereotipo culturale”.
Occorre invertire la rotta ripartendo dalle donne, favorendo il loro protagonismo anche dal punto di vista economico, così da scongiurare un post pandemia con un mondo del lavoro prevalentemente maschile.
“Il protagonismo delle ragazze – dice Pistono – farà la differenza nel nostro paese”. Ne sono esempio, attraverso le loro testimonianze, Maria Elena Saporito, studentessa e storica volontaria di Trame Festival, e Nahila, giovane assistente sociale che svolge la sua professione all’interno di uno dei punti luce (spazi ad alta densità educativa che sorgono nei quartieri e nelle periferie maggiormente svantaggiate delle città) che Save The Children ha attivato in Calabria.