Protagonisti dell’incontro di apertura della terza giornata di TrameXtra, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, lo storico della ‘Ndrangheta Antonio Nicaso in collegamento dal Canada, la giornalista Raffaella Calandra e il direttore artistico del Festival Gaetano Savatteri.

Prima, un’anticipazione doverosa sulla discussa Aula Bunker di Lamezia Terme che verrà inaugurata il prossimo 15 dicembre. “Non potevamo continuare a essere l’Africa del Nord – dice Gratteri – sarà una struttura modello, perché anche in Calabria, se si rema tutti dalla stessa parte, le cose si fanno.

 Si tratta di un locale di 3.300 mq, la cui ristrutturazione è costata due milioni di Euro. Ci saranno più di quattrocento posti per gli avvocati che avranno a disposizione 6 stanze per ricevere i propri clienti, la possibilità di collegarsi con centocinquanta diverse carceri d’Italia contemporaneamente, tre maxi schermi, oltre trecento posti per gli imputati e duecento per il pubblico, e tre ingressi separati”.

“Nel 2021 – aggiunge – avremo anche la nuova Procura di Catanzaro, che ci permetterà di risparmiare un milione e settecento mila euro all’anno di affitto”.

Si passa poi a parlare dell’ultimo libro scritto a quattro mani dalla coppia letteraria Nicaso-Gratteri, “Ossigeno illegale” edito Mondadori, un’analisi in corsa di come le mafie approfitteranno della pandemia di Covid-19 ponendo l’accento sulle conseguenze che investiranno economia e mercati. Il testo ripercorre anche le grandi crisi del passato e le infiltrazioni mafiose sulle fasi di post emergenza.

“Dagli anni ’80 in poi – spiega Nicaso – si è creata un’economia delle catastrofi, perché è molto più lucroso investire risorse nella ricostruzione che nella prevenzione. L’economia mafiosa oggi non viene respinta ed il riciclaggio sta diventando l’ossigeno dell’economia legale. I soldi delle mafie vengono sollecitati e utilizzati con grande disinvoltura permettendo al malaffare di realizzare quello che nel libro definiamo doping economico”.

“Le esperienze delle ricostruzioni post terremoto hanno messo in luce la necessità di trovare una sintesi tra l’urgenza di dare risposte snellendo procedure e appalti, e, nello stesso tempo, evitare che si lasci una porta aperta alle mafie, per le quali le emergenze costituiscono le condizioni più vantaggiose, sia dal punto di vista economico che della gestione del territorio” – aggiunge Calandra.

Ma perché le organizzazioni criminali, tutt’altro che studiose del benessere sociale, nei momenti di maggiore criticità riescono a giocare d’anticipo rispetto allo Stato stesso colmando vuoti e attese e soddisfacendo determinati bisogni ed esigenze?

Da parte dei mafiosi c’è la continua necessità di legittimarsi il territorio, inteso non solo come luogo geografico, ma anche come insieme di persone che lì si muovono e incidono. Insistono sui luoghi come zavorre, monopolizzando tutte le attività lecite e illecite. Sono presenti 365 giorni all’anno, conoscendo a fondo le carenze e le maggiori criticità da sanare. Questo, consente loro di intervenire fornendo le risposte utili prima che possa farlo lo Stato.

Si aggiudicano la benevolenza e la riconoscenza delle fasce più deboli e bisognose, guadagnando in cambio voti e sostegno. E, ogni volta che si manifesta una crisi di un certo livello, sono pronti ad approfittarne.

A questo si aggiunge un fatto ancora più inquietante che sollecita l’urgenza del fare: “la ‘ndrangheta continua a trarre profitto dalla regione più povera d’Europa” – osserva Nicaso. 

E il virus non può far altro che esasperare tutto ciò.

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